Aviator

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domenica 8 febbraio 2009

Articolo del giornale diocesano "La Vita del Popolo" del 01 Febbraio 2009


L'Incontro vola davvero! Ecco l'aeroplano
La cooperativa L’Incontro sta costruendo un aeroplano: non un modellino, ma di quelli che volano! All’Atelier del Gelso di Castelfranco ci stanno lavorando in diverse persone, tra soci e volontari, per realizzare l’opera entro la primavera. L’idea è nata lo scorso anno da Carlo Bragagnolo, fotografo di professione che da tempo, per passione, vola. Ne ha discusso con Bruno Pozzobon, presidente della cooperativa e del consorzio Intesa che gli ha detto: “Va bene, procedi!”. “Io avevo questo progetto in testa - racconta -, in modo molto diretto ci siamo confrontati e lui ci ha dato fiducia, spazio e persone”.Così è stato stanziato un piccolissimo contributo per avviare l’opera: una replica di aeroplano scuola e da ricognizione inglese del 1930/50, modello Tiger Moth, il 20% più piccolo dell’originale, immatricolato come aereo leggero, biplano, biposto; 8 metri di apertura alare, 120 cavalli.“Ho coinvolto in questo progetto Gianni Siviero, ferroviere e pilota istruttutore, Gianpaolo Mutti, aeromodellista da sempre ed Eugenio Farolfi dell’aeronautica militare - spiega Bragagnolo -. Abbiamo acquistato i disegno e grazie all’assistenza del Nucleo Associazione Arma Aeronautica di Castelfranco, tutti volontari, lo stiamo costruendo dalla scorsa primavera insieme ai soci lavoratori della cooperativa”.Nonostante il turn over, sono circa una decina le persone dell’Incontro coinvolte. Interamente realizzata in legno e tela, la struttura sarà completata per la festa degli aquiloni in maggio. Poi si dovrà procedere all’acquisto e all’istallazione del motore, previo reperimento fondi.“L’idea è che l’aeroplano possa restare patrimonio della collettività castellana, utilizzabile per le scuole di volo, i voli turistici, pubblicitari... Ma soprattutto - prosegue Bragagnolo - il nostro obiettivo è quello di dimostrare che si possono realizzare manufatti importanti anche dove ci sono disagi gravi, con persone che presentano problematiche a volte molto complesse. Se si riesce a creare spazi di lavoro e di operatività, si fanno cose grandi e questo evidenzia che troppo spesso si usa etichettare la gente in modo sbrigativo e per nulla rispondente alla realtà”. L’altra sfida che dicono di aver raccolto è di usare l’aereo per far vivere a chi l’ha costruito l’esperienza del volo, dando la possibilità di sollevarsi da terra e vedere da un’altra prospettiva. Le persone della cooperativa che stanno lavorando a questo progetto si sono già prenotate per prime.

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